Definita erroneamente fungo di mare, la pitiriasi versicolor è un’infezione micotica della pelle, spesso diagnosticata durante il periodo estivo, poiché l’esposizione ai raggi UV ne può evidenziare le alterazioni della pigmentazione cutanea. Grazie all’azione del sole, è più semplice individuare l’infezione e favorire così il ricorso tempestivo a trattamenti antimicotici adeguati.
La pitiriasi verisicolor, nota anche come tinea verisicolor, è un'infezione superficiale della pelle ad eziologia fungina. Il fungo (o micete) responsabile della patologia interferisce con la melanogenesi, processo di sintesi e accumulo di melanina dei melanociti, attivato dalla luce solare, causando delle tipiche macchie cutanee.
L’alterazione della normale pigmentazione della pelle può essere legata a diverse patologie cutanee, spesso evidenti solo dopo esposizione ai raggi UV, per la cui corretta diagnosi è sempre consigliabile ricorrere a una visita dermatologica.
Quali sono le cause dell’infezione?
L’infezione da fungo di mare è causata da lieviti dimorfici del genere Malassezia, in particolare dalle specie M. globosa, M. furfur e M. sympodialis. Si tratta di microrganismi commensali, comunemente presenti nella normale flora cutanea dell’uomo, ma che possono diventare patogeni in particolari condizioni.
Infatti la pitiriasi versicolor si manifesta in seguito alla proliferazione eccessiva del fungo sulla pelle, favorita dai seguenti fattori:
- clima caldo e umido
- sudorazione eccessiva
- pelle grassa
- cambiamenti ormonali
- difese immunitarie basse
- malnutrizione
Malassezia è un fungo lipofilo che predilige zone sebacee, ricche di lipidi. Per questo l’infezione si concentra soprattutto nelle aree con la presenza di ghiandole sebacee cutanee, come tronco, collo e/o braccia. Può essere colpito, però, anche il viso, soprattutto nei bambini. Inoltre, l’infezione risulta frequente in adolescenti e giovani adulti, caratterizzati da una maggiore produzione di sebo, che favorisce un ambiente di proliferazione ideale per questo fungo.
Come riconoscere l’infezione da fungo di mare?
I soggetti con pitiriasi versicolor presentano delle tipiche discromie cutanee (macchie della pelle) con margini netti, di forma ovale o rotondeggiante. Queste macchie hanno un diametro che va da 1 a 5 mm e possono rimanere isolate oppure confluire tra loro in placche multiple.
La diversa pigmentazione delle lesioni dipende dal tipo di interazione del fungo Malassezia con la pelle dell’ospite, che può determinare due tipologie discromiche:
- macchie cutanee iperpigmentate, che si generano a causa di un aumento eccessivo delle dimensioni dei melanosomi, organelli deputati all’accumulo di melanina, e di cambiamenti nella loro distribuzione epidermica, così da creare macchie di colore più scuro;
- le lesioni ipopigmentate che, invece, derivano dalla produzione di acido azelaico da parte del fungo stesso, il quale interferisce con la normale melanogenesi, causando così macchie di colore più chiaro. Per questo, la maggiore esposizione ai raggi UV durante il periodo estivo rende tali lesioni maggiormente visibili.
Le macchie cutanee da pitiriasi versicolor sono generalmente asintomatiche, anche se possono dare prurito e desquamazione, fino a richiedere un consulto dermatologico spesso dopo esposizione al sole. La pitiriasi versicolor può essere facilmente diagnosticata con l'esame obiettivo delle cute. In caso di diagnosi dubbia, è possibile ricorrere anche all'osservazione con la lampada di Wood, che prevede l’utilizzo di una sorgente di luce UV per esaminare la pelle e diagnosticare la patologia cutanea corretta, in base al tipo di fluorescenza che sviluppa sulle macchie. Le macchie cutanee da pitiriasi versicolor sviluppano, infatti, una tipica fluorescenza di colore arancio-ramato.

Come trattare il fungo di mare?
Il trattamento dell’infezione pitiriasi versicolor prevede una terapia di prima linea a base di antimicotici topici, sotto forma di detergenti, creme, gel, spray, ecc.
Questi si distinguono in farmaci aspecifici, a base di zolfo più acido salicilico, solfuro di selenio o glicole propilenico, che non agiscono in modo mirato contro le specie di Malassezia ma con l’obiettivo di rimuovere fisicamente o chimicamente il tessuto cutaneo infetto morto, e in farmaci antimicotici topici ad azione fungicida mirata, come, bifonazolo, ketoconazolo, clotrimazolo, miconazolo, ecc.
Nei casi in cui le lesioni risultino molto estese, infine, si può ricorrere a una terapia antimicotica orale, utilizzata come trattamento di seconda linea.
È bene ricordare che, sebbene i farmaci antimicotici siano molto efficaci, il ripristino della normale pigmentazione cutanea può richiedere settimane o addirittura mesi. Inoltre, l’infezione può dare frequenti recidive, fino a richiedere una terapia di mantenimento.
Conclusioni
Nonostante l’eziologia dell’infezione sia erroneamente associata al mare, sono in realtà particolari condizioni climatiche, come umidità e caldo, a poter favorire la proliferazione del fungo Malassezia. Spesso è proprio durante la permanenza in un luogo di mare estivo che l'infezione può emergere, grazie all’esposizione ai raggi UV.
Le macchie cutanee da pitiriasi versicolor, infatti, sono asintomatiche, ma possono diventare evidenti dopo esposizione al sole oppure in assenza di un trattamento adeguato. Per indagare l’eziologia di macchie comparse sulla pelle, si consiglia sempre una visita dermatologica.
In assenza di specifiche evidenze sull’utilità di un trattamento profilattico, l’utilizzo di detergenti a pH acido e di indumenti leggeri, può aiutare a ridurre la sudorazione e prevenire eventuali recidive nei soggetti più a rischio, soprattutto durante il caldo estivo.