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Pillole allo iodio: paura del nucleare e rischi per la salute

Iodo e rischio nucleare

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Adottare una profilassi basata sull’impiego di medicinali contenenti iodio, in assenza di esposizione a radiazioni, può provocare importanti danni alla salute. Un eccesso di iodio può alterare le funzioni della tiroide, soprattutto in pazienti con una malattia tiroidea pregressa. 

La guerra in Ucraina ha riacceso la paura del nucleare, spingendo all’acquisto di preparati a base di iodio per fronteggiare i potenziali danni da radiazioni. La somministrazione di iodio ha un’azione protettiva solo se assunto poco prima o subito dopo un incidente nucleare; infatti può bloccare o ridurre l’accumulo di iodio radioattivo nella tiroide. Una iodoprofilassi fai da te a scopo preventivo non ha alcuna utilità e anzi può danneggiare la salute, alterando la funzionalità della ghiandola tiroidea.  

Ne abbiamo parlato con il Prof. Giovanni Ceccarini, specialista endocrinologo presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Pisa e membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Endocrinologia (SIE).

Prof. Giovanni Ceccarini

Quali sono le principali sostanze ad essere rilasciate dopo un incidente nucleare? 

Durante gli incidenti a reattori nucleari i principali radionuclidi rilasciati sono lo iodio-131 ed il cesio-137; vengono liberati nell’atmosfera in quanto altamente volatili e trasportati dai venti, principalmente sotto forma di nubi radioattive. Ovviamente la concentrazione dei contaminanti radioattivi nella nube decresce man mano che ci si allontana dalla sorgente. La nostra esperienza in questo senso deriva principalmente da due eventi piuttosto recenti: gli incidenti ai reattori nucleari di Chernobyl del 1986 e di Fukushima del 2011. 

Un altro radionuclide che può essere rilasciato, anche se in misura minore, è lo iodio-133. Quest’ultimo ha un’emivita radioattiva piuttosto breve (circa 20 ore) rispetto allo iodio-131 (8 giorni), che rimane così presente nell’ambiente per periodi sufficienti a causare danni anche a distanza.

Il tipo di incidente nucleare influenza l’entità ed anche il tipo di particelle radioattive emesse, oltre che la durata con cui queste continuano eventualmente ad essere immesse nell’ambiente. In linea di massima possiamo dire che l’incidente di Fukushima ha prodotto una radioattività dieci volte inferiore rispetto a quello di Chernobyl.

Quale è il ruolo dello iodio nel nostro organismo?

Lo iodio è un oligoelemento fondamentale per la nostra salute in quanto costituente insostituibile degli ormoni tiroidei. La tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3) sono ormoni tiroidei costituiti rispettivamente da quattro e tre atomi di iodio. 

Ormoni tiroidei
Rilascio degli ormoni tiroidei e organi bersaglio

La tiroide è uno dei pochi organi che utilizza lo iodio, perché possiede la proteina che lo trasporta con grande efficacia dal sangue all’interno delle cellule tiroidee. Grazie a questo sistema di trasporto la tiroide riesce ad arricchirsi di iodio, concentrandolo, per utilizzarlo quando serve. Lo iodio è un micronutriente essenziale, ossia una sostanza che il nostro corpo non può sintetizzare. Per questo viene assunto con la dieta, consumando gli alimenti che ne sono ricchi.

Quanto iodio bisogna assumere?

Lo iodio è detto micronutriente, perché bastano piccole quantità giornaliere (circa 150 microgrammi). Tuttavia, se ne assumiamo quantità troppo basse, non possiamo produrre ormoni tiroidei a sufficienza e questo provoca un ampio ventaglio di malattie tra le quali: il gozzo nodulare, l’ipotiroidismo ed il cretinismo

La carenza di iodio colpisce circa due miliardi di persone nel Mondo e costituisce la principale causa evitabile di disabilità intellettiva, in quanto gli ormoni tiroidei sono essenziali per il corretto sviluppo neurologico del feto e del neonato.

La iodoprofilassi in che modo è utile in caso di rischio nucleare? 

Non esistono differenze tra lo iodio stabile, di cui ci nutriamo abitualmente, e quello radioattivo, che potremmo assumere con gli alimenti o le acque contaminate. Per questo la tiroide non può distinguere tra i due e capta entrambi dal sangue, divenendo così uno dei principali organi bersaglio del danno da radiazioni

Per questo motivo in caso di incidente nucleare può essere adottata una profilassi basata sull’impiego di un sale iodico (ioduro di potassio), che ha lo scopo di saturare la tiroide di iodio ed impedire al nuclide radioattivo di entrarvi. Con la profilassi a base di ioduro di potassio si induce quindi una competizione tra lo iodio freddo e quello radioattivo caldo, che poi decade progressivamente nelle ore e nei giorni successivi all’incidente. Dopo alcune settimane dall’evento la radioattività collegata agli isotopi dello iodio è quindi azzerata.

I soggetti più a rischio di sviluppare malattia tiroidea sono i bambini e gli adolescenti, molto meno gli adulti, che vivono vicino alla sede dell’incidente. Le patologie a carico della tiroide possono manifestarsi negli anni successivi all'esposizione, determinando un incremento dei casi di tumore tiroideo.

L’assunzione ingiustificata di medicinali a base di iodio può causare danni alla salute?

Come già detto, la tiroide richiede un preciso apporto iodico giornaliero: infatti non solo un insufficiente apporto può causare malattia. Tuttavia, anche un eccesso di assunzione iodica può provocare alterazioni anche gravi della funzione tiroidea

Da questo punto di vista sono particolarmente suscettibili coloro che hanno una malattia tiroidea di base (già nota o non ancora diagnosticata) come il gozzo nodulare, la tiroidite cronica autoimmune o l’ipertiroidismo. 

È necessario scoraggiare il fai da te in questo campo. Infatti l’autosomministrazione di integratori a base di iodio senza la supervisione medica è destinata a causare più danni che benefici. L’eccesso di assunzione iodica può causare sia difetti che eccessi di funzione tiroidea, a volte gravi e difficili da correggere. Al contempo, l’autoprescrizione potrebbe essere inefficace per proteggere dai danni dei radionuclidi dello iodio. 

In caso di incidente nucleare sono le autorità sanitarie nazionali e la protezione civile a fornire le indicazioni necessarie e lo ioduro di potassio per il trattamento profilattico, applicando le linee guida internazionali redatte da esperti in materia.

La iodoprofilassi è un’efficace misura di intervento per la protezione della tiroide al fine di prevenire e di minimizzare gli effetti nella popolazione esposta al rilascio di radioisotopi dello iodio, purché venga effettuata sotto supervisione medica e solo in caso di rischio reale. 

L'assunzione di iodio è efficace solo in caso di rischio reale

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