Con la bella stagione la pelle tira un sospiro di sollievo. Indossiamo capi leggeri, riceviamo i benefici del sole, diciamo addio ad abiti soffocanti. Se siamo sensibili a temi come clima, salute, natura… come non prediligere nel cambio di stagione pochi capi ma buoni? Buoni, nel vero senso della parola: allora diciamo sì ai tessuti naturali: come cotone, canapa, bamboo...
Quando acquistiamo un indumento, o apriamo l’armadio per decidere come vestirci, facciamo scelte e gesti che hanno conseguenze sulla nostra salute e sull’ambiente. Difficilmente si è consapevoli di cosa ruota intorno al mercato del tessile, ma la questione non è di poco conto, viste le ultime ricerche sul tema.
Sappiamo da dove arrivano e che effetto hanno su di noi gli abiti che indossiamo quotidianamente? Siamo consapevoli del fatto che il corpo assorbe attraverso la pelle? Quando ci apprestiamo ad acquistare un capo di abbigliamento, solo leggendo l’etichetta possiamo valutare se materiali e provenienza ci soddisfano.
Le fibre come acrilico, poliammide, poliestere, polipropilene ed elastan costano poco e sono robuste, perciò le industrie ne fanno grande uso. Ma sono prodotte a partire da petrolio e vengono lavorate secondo processi chimici insostenibili per l’ambiente.
I coloranti possono essere causa di allergie e dermatiti. I tessuti sintetici ostacolano la traspirazione della pelle e favoriscono la sudorazione. Il risultato è un accumulo che genera stress e disequilibri.
Quando si parla di sudore, tutti drizzano le antenne: il terrore delle macchie sotto le ascelle non risparmia nessuno. Come sappiamo, indossando un capo sintetico sudiamo di più e il rischio macchie e “cattivi odori” aumenta esponenzialmente: un’altra ottima ragione per riorganizzare il guardaroba estivo prediligendo fibre naturali.
Ben aldilà di un capriccio new age, dunque, la scelta di vestire solo con fibre naturali è dettata prima di tutto da un’attenzione alle esigenze del nostro corpo e del pianeta. Un’attenzione che vale tutto l’anno ma che alle porte della stagione calda si fa più spingente.
Tuttavia, anche nel caso delle fibre naturali, è opportuno fare alcune precisazioni: una cosa è la qualità della fibra, un’altra è il processo attraverso il quale essa viene trattata. A tal fine nel 2001 è nata l’Associazione Tessile e Salute, a fianco dei consumatori per tutelare il Made in Italy, che si occupa di eco-tossicologia nei settori Tessile e Moda. I risultati delle sue indagini sulla sostenibilità dei processi di produzione delle fibre e la comunicazione verso i consumatori svelano una realtà molto complessa.
Migliaia di capi vengono venduti privi di etichetta di composizione o con l’etichetta che riporta una composizione sbagliata. In molti casi contengono sostanze pericolose tra cui coloranti allergenici, metalli pesanti, formaldeide. Secondo le indagini dell’Associazione Tessile e Salute, nemmeno acquistare capi realizzati con tessuti biologici risolverebbe del tutto il problema: i processi di produzione potrebbero includere l’uso di sostanze chimiche pericolose.
Certamente, la scelta dei tessuti naturali è comunque da prediligere rispetto alle materie sintetiche. Tra questi il cotone è certamente la più conosciuta e rassicurante tra le fibre naturali: è traspirante, assorbe l’umidità, disperde il calore del corpo e per questo è ideale per la primavera.
Guardando alla moda primavera-estate, il lino non ha rivali contro il caldo: oltre a lasciar traspirare la pelle, disperdere il calore fino a conferire una sensazione di freschezza perfino sotto il sole, ha proprietà lenitive che lo rendono il tessuto ideale per affrontare le giornate afose.
La canapa ha eccellenti qualità: è un ottimo isolante termico, è inattaccabile da acari, muffe, funghi e tarme. È resistente alla rottura ed all'usura, è anallergica e gradevole al tatto. Oltre ad essere traspirante e a conferire una sensazione di fresco, resiste ai raggi U.V..
Il bamboo è tra le fibre tessili più apprezzate da chi ha a cuore l’ambiente perché è estremamente morbida ed è resistente, quanto il cotone. Le sue proprietà naturalmente antimicrobiche ed altamente traspiranti la rendono ideale per affrontare il caldo.
Oltre alle fibre sintetiche e a quelle naturali, c’è una terza categoria: le fibre artificiali. Vengono confuse in particolare con il cotone perché si ottengono dalla lavorazione della cellulosa, trattata con sostanze chimiche. Acetato, viscosa rayon, modal, microfibre… sono più traspiranti e meno predisposte a caricarsi di energia elettrostatica, ma non possono definirsi naturali. E nemmeno eco-sostenibili.
Ai consumatori si consiglia di:
- non acquistare capi di abbigliamento privi di etichetta con composizione, che deve obbligatoriamente dichiarare per legge la tipologia di fibre presenti nel capo
- lavare sempre un nuovo capo di abbigliamento prima di indossarlo e, nel caso di rilascio di colorante, lavarlo una seconda volta
- scegliere aziende certificate che operano nel rispetto delle normative europee.
In un panorama complesso, in cui aumentano le ricerche di settore e i controlli sulle produzioni dei capi di abbigliamento, è importante riconoscere e nutrire un valore su tutti: la consapevolezza. Riflettere sulla qualità di ciò che indossiamo, mangiamo, respiriamo, potrebbe sembrare un eccesso di attenzione. Ma, quando si parla di salute, le attenzioni non sono mai troppe: quello che è certo, è che questi studi stanno innalzando il nostro livello di coscienza. Il consumo critico, l’acquisto consapevole, la verifica della provenienza dei prodotti ci permette di avere un ruolo attivo nella scelta e selezionare le soluzioni migliori per noi, per la nostra famiglia e per l’ambiente.