Anche se il picco dell’influenza è superato, non bisogna abbassare la guardia. Per questo è bene sapere cosa può aiutarci a stare meglio e cercare di sfatare alcuni luoghi comuni che ci accompagnano sin dall’infanzia.
Per esempio: quanto è fondata la raccomandazione “non uscire, che ti ammali”? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Melissa Carollo, medico all’Ospedale di Circolo di Varese e volontaria della Croce Rossa di Varese da 15 anni.
Quando l’influenza imperversa è realmente meglio non uscire di casa?
R: No, perché sono gli ambienti chiusi e affollati quelli in cui è più facile ammalarsi e essere contagiati da chi ha l’influenza. Se pensiamo che, con uno starnuto, una persona introduce nell’ambiente fino a 40.000 micro-particelle di saliva a una distanza di circa 10 metri e con un semplice colpo di tosse mette in circolazione circa 3.000 particelle di saliva contenenti virus, capiamo che stare al chiuso non è così salutare.
L’aria aperta, anche d’inverno, è una buona alleata per prevenire l’influenza e mantenersi in salute?
R: Sì. Una passeggiata per cambiare aria riduce il rischio di prendere l’influenza e fa bene alla salute: infatti, uscire di casa stimola le difese immunitarie, aumenta il livello di vitamina D grazie alla luce e incrementa la produzione di serotonina, responsabile del miglioramento dell'umore. Questo vale per bambini, adulti e anziani, ma con alcuni accorgimenti.
Quali?
R: Soprattutto per i bambini e gli anziani, che hanno un sistema di regolazione della temperatura corporea meno funzionante degli adulti ma, più in generale, anche per tutti gli altri, valgono dei semplici accorgimenti: indossare guanti, calze di lana e cappello, che coprono le estremità e aiutano a non disperdere calore, e vestirsi a strati, per evitare gli sbalzi termici e l’insorgere delle malattie. Importante è anche portare la sciarpa, perché aiuta a riscaldare l’aria che respiriamo e protegge le vie respiratorie dal freddo: il freddo, infatti, riduce il naturale meccanismo di difesa delle vie respiratorie, chiamato clearance mucociliare. Si tratta del movimento di uno strato di muco (che riveste normalmente la parete di laringe, trachea, bronchi) reso possibile dalla presenza di ciglia sottostanti: il muco intrappola particelle sottili (virus, batteri, polveri) e le ciglia, muovendosi, lo spingono verso le alte vie respiratorie dove può essere espulso con starnuti e colpi di tosse. Gli ultimi accorgimenti per uscire all’aperto sono: preferire le ore più calde della giornata, bere almeno 1,5 litri di liquidi, prediligere cibi e bevande caldi, ridurre o evitare il consumo di alcolici, che causano dilatazione dei vasi sanguigni con conseguente aumento della dispersione del calore del corpo.
Uscire all’aria aperta, se ci si copre, fa bene a tutti?
R: No, chi ha malattie respiratorie croniche deve avere cautela a uscire nelle giornate più fredde, così come i cardiopatici e gli ipertesi. Consiglio, invece, di stare in casa ai bambini con l’influenza o ancora in fase di convalescenza, agli adulti non del tutto guariti e agli anziani che hanno avuto recenti malattie respiratorie. Possono, infatti, andare incontro a ricadute, a sovrainfezioni batteriche (come otiti, polmoniti, ecc.) e essere contagiosi per gli altri, soprattutto per chi ha basse difese immunitarie.
Cosa possono fare le persone che devono stare in casa e quelle costrette a trascorre molte ore in luoghi chiusi come fabbriche, uffici, aule scolastiche?
R: È d’aiuto una buona igiene ambientale: aprire le finestre più volte al giorno (se in città, nelle ore di minor traffico) e mantenere un ambiente non troppo umido ma nemmeno troppo secco. Secondo il Ministero della Salute, la temperatura ideale da adottare è compresa tra i 18 e i 22°C. Personalmente, consiglio anche l’uso del vaporizzatore per umidificare l’aria. Ricordo, infine, le buone norme di comportamento e prevenzione da rispettare nei luoghi chiusi: coprire naso e bocca con un fazzoletto di carta quando si starnutisce e poi buttarlo via, lavarsi spesso le mani, evitare il più possibile di toccarsi naso, occhi e bocca con mani non lavate.