pubblicità

pubblicità

Pharmercure logo
Donna medico e paziente

Salute

La salute è quanto di più prezioso possiedi. In questa sezione vogliamo offrirti informazioni di natura medico/farmaceutica, con la massima cura delle fonti e un linguaggio semplice.

Giornata Mondiale sulla SLA: la cura che non c’è

Giornata Mondiale sulla SLA

pubblicità

Il 21 giugno ricorre la giornata mondiale sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), una patologia neurogenerativa per cui non esiste ancora una cura. Una data non casuale ma il giorno del solstizio d’estate: un simbolo di luce per sperare in nuove terapie in grado di arrestare o rallentare la progressione della SLA.

In occasione della Giornata Mondiale sulla SLA del 21 giugno, promossa dalla Federazione Internazionale delle Associazioni dei Pazienti (l’International Alliance of ALS/MND Associations), poniamo l’attenzione su questa malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni fino alla paralisi totale. In Europa si registrano circa 1,5 – 2,5 casi di SLA ogni 100.000 abitanti. Secondo l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (AISLA) in Italia si stimano più di 6.000 persone affette dalla malattia e si prevedono 2.000 nuovi casi ogni anno.

Grazie ai miglioramenti nella gestione clinica e nella presa in carico dei pazienti affetti da SLA, è in aumento la prevalenza, cioè il numero di casi in grado di convivere con la malattia. Tuttavia, l’aspettativa di vita dopo la diagnosi è mediamente di 3-5 anni, con un decorso clinico differente per ogni soggetto malato. Infatti la velocità di progressione della malattia è variabile, con pazienti che sopravvivono anche dieci o più anni dalla diagnosi.

In assenza di terapie efficaci per arrestare o rallentare significativamente la progressione della SLA, la principale cura dei pazienti resta l’intervento tempestivo nella gestione dei sintomi. Per questo la ricerca scientifica sta lavorando a un nuovo orizzonte terapeutico per raggiungere al più presto una terapia specifica per la SLA.

Che cos’è la SLA?

La Sclerosi Laterale Amiotrofica, spesso indicata con l’acronimo SLA, è conosciuta anche come Morbo di Lou Gehrig, malattia di Charcot o malattia del motoneurone. Infatti la patologia fu scoperta per la prima volta nel 1869 dal neurologo francese Jean-Martin Charcot, ma divenne nota a livello internazionale solo nel 1939, quando ne fu colpito il giocatore di baseball Lou Gehrig.

La SLA è una malattia neurodegenerativa progressiva dell’età adulta; infatti nella maggior parte dei casi si manifesta in soggetti di età superiore ai 30 anni con maggiore frequenza dopo i 50 anni. Solo raramente può avere un esordio giovanile, con la comparsa di sintomi già prima dei 25 anni di età.

La Sclerosi Laterale Amiotrofica causa la degenerazione dei motoneuroni, responsabili della contrazione dei muscoli volontari. Questi ultimi sono coinvolti principalmente nel movimento ma anche in funzioni vitali, come la deglutizione, la fonazione e la respirazione. Ne consegue la progressiva paralisi dei muscoli innervati.

Perché è una malattia del motoneurone?

I motoneuroni o neuroni motori sono cellule nervose (neuroni) deputate al controllo dei muscoli volontari, delle ghiandole, di parte del cuore e della muscolatura liscia.

Il nostro sistema nervoso comprende due classi di motoneuroni:

  • motoneuroni superiori (o primi motoneuroni)
  • motoneuroni inferiori (o secondi motoneuroni)

Motoneurone danneggiato
Motoneuroni a confronto

I motoneuroni superiori sono situati nella corteccia cerebrale e da essi parte il segnale verso quelli inferiori, localizzati nel tronco encefalico e nel midollo spinale, i cui prolungamenti innervano i muscoli e ne controllano il movimento.

Nella SLA i motoneuroni colpiti sono quelli spinali, bulbari e corticali. La progressiva neurodegenerazione impedisce a queste cellule di portare le informazioni elettriche dal cervello e dal midollo spinale al muscolo. Ne consegue una paralisi muscolare per atrofia, causata dall’inattivazione prolungata dei muscoli.

Pertanto, con il termine sclerosi laterale amiotrofica si indica la consistenza dura (sclerosi) della porzione laterale del midollo spinale e la perdita di massa muscolare (amiotrofia).

Oltre alla SLA, esistono altre patologie che colpiscono i motoneuroni, note come malattie del motoneurone:

  • la sclerosi laterale primaria (SLP)
  • l'atrofia muscolare progressiva (AMP)
  • la paralisi bulbare progressiva (PBP)
  • la paralisi pseudobulbare
  • l'atrofia muscolare spinale (SMA)

Quali sono i sintomi della SLA?

Nelle fasi iniziali della malattia, i sintomi possono essere aspecifici o così impercettibili da essere spesso trascurati. Infatti la SLA avanza silenziosamente, manifestandosi solo quando la progressiva perdita dei motoneuroni è tale da superare la capacità compensatoria dei motoneuroni superstiti.

Il quadro sintomatico iniziale può diversificarsi da paziente a paziente. Tuttavia, nella maggior parte dei casi di SLA si manifestano questi primi segnali, spesso combinati tra loro:

  • debolezza muscolare nelle mani e/o nelle braccia
  • debolezza muscolare nelle gambe
  • brevi contrazioni muscolari involontarie (fascicolazioni)
  • crampi muscolari
  • difficoltà nella parola e debolezza del tono di voce
  • alta frequenza del ritmo respiratorio
  • difficoltà nella deglutizione

Infatti gli arti superiori e gli arti inferiori possono essere colpiti per primi, provocando difficoltà nel compiere alcuni movimenti, come salire le scale, camminare senza inciampare, vestirsi, lavarsi o mangiare.

Inoltre, i sintomi interessano regioni anatomiche differenti a seconda di quali motoneuroni vengono colpiti per primi dalla degenerazione. Infatti, se ad esserlo sono per primi i motoneuroni della regione bulbare, i muscoli interessati sono quelli responsabili della fonazione, della respirazione e della deglutizione. Se, al contrario, vengono colpiti prima i motoneuroni spinali, i sintomi si manifestano a carico degli arti.

Proprio in base ai muscoli colpiti per primi e ai segni o sintomi correlati, l’esordio della malattia viene classificato in bulbare e spinale.

Come viene diagnosticata la SLA?

Il processo diagnostico della SLA è complesso e include le seguenti procedure:

  • Esami del sangue e delle urine
  • Test elettrodiagnostici
  • Risonanza magnetica nucleare
  • PET
  • Biopsia muscolare e/o nervosa

Quando il medico inizia a sospettare una diagnosi di SLA, la degenerazione ha già colpito il 60-70% dei motoneuroni. La malattia in genere non altera le capacità sensitive e cognitive; solo il 10% dei pazienti presenta una demenza frontotemporale, causata dalla degenerazione dei neuroni di quell’area cerebrale. Inoltre, la progressione dei sintomi non è sempre lineare, ma la prognosi resta infausta. La morte sopraggiunge per blocco dei muscoli respiratori e conseguente insufficienza respiratoria.

Quali sono le cause?

Le cause della SLA sono in gran parte sconosciute, ma si ritiene che la maggior parte dei casi sia determinata dalla combinazione di una serie di fattori, che ne determinano l’insorgenza:

  • predisposizione genetica
  • fattori ambientali
  • stile di vita

Molti studi hanno dimostrato come l’esposizione a diversi fattori ambientali possa contribuire allo sviluppo della malattia. Infatti sono stati identificati possibili legami con l’esposizione a traumi meccanici e/o elettrici, fumo, prodotti chimici e metalli pesanti.

 La SLA può presentarsi in due forme:

  • Familiare (10% dei casi)
  • Sporadica (90% dei casi)

La malattia si manifesta principalmente in forma sporadica, senza alcun legame familiare noto, sottolineando una possibile combinazione tra fattori genetici, ambientali e stile di vita. La forma familiare e alcune forme di SLA sporadica sono dovute a un errore genetico, ossia ad una mutazione, che nella forma familiare viene tramandata da genitore a figlio.

Le mutazioni colpiscono diversi geni, coinvolti nei meccanismi fisiopatologici della SLA. Attualmente sono noti quattro geni principali associati all’insorgenza della malattia: il gene SOD1, TARDBP, C9orf72 e FUS. Altri geni minori sono ancora oggetto di studio per chiarire le implicazioni di una loro mutazione nello sviluppo della malattia.

La cura della SLA: una terapia sintomatica

Oggi, la Sclerosi Laterale Amiotrofica è una malattia incurabile. Non esistono trattamenti efficaci in grado di arrestare o rallentare significativamente la progressione della malattia, ma solo trattamenti sintomatici e di supporto. Questi ultimi hanno l’obiettivo di migliorare la qualità della vita del paziente, agendo sui sintomi e controllando così spasticità, ipersalivazione, crampi muscolari, disfagia, trombosi venosa profonda e insufficienza respiratoria.

La gestione dei pazienti affetti da SLA è molto complessa e richiede la presenza di un gruppo multidisciplinare di professionisti, composto da medico di base, neurologo, fisiatra, pneumologo, psicologo, dietologo, fisioterapista e altri specialisti.

Gli unici farmaci disponibili per rallentare il decorso della SLA sono:

Il riluzolo, primo farmaco approvato dall’FDA per il trattamento specifico della SLA (1995), permette soprattutto di ritardare la ventilazione assistita, agendo - seppur limitatamente - sulla sopravvivenza dei pazienti.

Struttura chimica del riluzolo (fonte Wikipedia)

Il meccanismo d’azione del riluzolo consiste nell’interferire con la trasmissione del glutammato, un neurotrasmettitore eccitatorio coinvolto nella patogenesi della SLA. Infatti durante la comunicazione a livello del nel sistema nervoso, l’impulso elettrico in partenza dal primo motoneurone viene convertito in un messaggero chimico (neurotrasmettitore) per raggiungere il secondo motoneurone o l’organo bersaglio.

Per molti motoneuroni questo messaggero chimico è il glutammato, che in alte concentrazioni può causare eccitotossicità: un fenomeno di tossicità neuronale coinvolto in particolare nella patogenesi di numerose malattie come la SLA, il Parkinson e l’Huntington. Le alte concentrazioni di glutammato causano l’aumento della concentrazione di calcio intracellulare, seguito da alterazione della permeabilità della membrana mitocondriale e attivazione dei fenomeni di morte cellulare.

Diversamente dal riluzolo, l’edaravone è stato escluso dall’elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) nel 2020, a causa dei rischi legati alla sua somministrazione.

La ricerca di nuovi farmaci

I malati di SLA e le loro famiglie ripongono le loro speranze nella ricerca e nell’efficacia dei farmaci in sperimentazione. Infatti, grazie allo studio approfondito dei meccanismi biologici della malattia e alle nuove tecnologie di analisi del DNA, molti gruppi di ricerca stanno lavorando a nuove prospettive terapeutiche.

I nuovi orizzonti della ricerca sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica includono la terapia genica, cellule staminali e molti farmaci in sperimentazione. Il 3 giugno 2022, l’azienda Biogen ha annunciato durante il congresso annuale ENCALS (European Network to Cure ALS) l’ingresso in Fase III del primo farmaco sperimentale efficace nella SLA: il tofersen. Il trattamento precoce con questa molecola, seppure in fase sperimentale, evidenzia un rallentamento del declino muscolare e della capacità respiratoria. Importanti anche i risultati per i soggetti con mutazione del gene SOD1, che codifica la proteina superossido dismutasi (proteina SOD1). Tale proteina ha il compito di distruggere ioni superossido nel nostro organismo, ma durante la SLA viene prodotta in modo disfunzionale, causando una mutazione che favorisce il danno neuronale. 

Per questo, il 21 giugno di ogni anno si riaccende la speranza con la Giornata Mondiale sulla SLA.

«Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare. Guardate le stelle invece dei vostri piedi.»

(Stephen Hawking)

Fonti:

pubblicità

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

pubblicità

Articoli in primo piano

L’importanza dell’uso consapevole di antibiotici

In occasione della Settimana Mondiale sull’uso consapevole degli antibiotici abbiamo intervistato la professoressa Evelina Tacconelli, coordinatrice del  gruppo di lavoro CTS AIFA-OPERA per l’ottimizzazione della prescrizione antibiotica. Fondamentale promuovere una corretta assunzione e prescrizione di questi farmaci, per contrastare lo sviluppo di ceppi resistenti.

shutterstock_1439151143
Farmaci introvabili: perché mancano alcuni prodotti?

Molteplici fattori possono influenzare la disponibilità dei farmaci a livello nazionale. Per questo l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) pubblica periodicamente un elenco aggiornato dei farmaci mancanti. Fondamentale il ruolo di medici e farmacisti per informare e orientare i pazienti verso possibili soluzioni alternative.

Corriere Pharmercure pronto per la consegna
Pharmercure e la salute a domicilio: l'approccio vincente oltre la pandemia

Una startup, Pharmercure, e il suo servizio, la consegna di farmaci a domicilio: un binomio che ha saputo sfidare Covid-19, e vincere

logo Pharmercure
Fattorino che consegna

Con Pharmercure puoi ricevere tutti i prodotti della tua farmacia, dove e quando vuoi. Clicca qui sotto e scopri di più.